Questo sito vuole ricordare l’attività di Italo Mataloni. Troverete una galleria di immagini di alcune tra le sue opere rimaste, e delle recensioni a lui dedicate.
da “La Prensa”
Buenos Aires (1950)
…Risulta grato contemplare una pittura di questa naturalezza. In un atmosfera naturalistica a base di verdi il pittore ha collocato il suo mondo artistico. Un lirismo dalle più delicate vibrazioni si irraggia da queste tele…
da “Critica”
Buenos Aires (1950)
…sostenuto dalla densità di una materia ricchissima, da una visibile solidità strutturale delle forme e per la soluzione di problemi tecnici, l’opera di questo pittore canta con la poesia evocativa della sua tematica, con la grazia delle sue stilizzazioni formali.
Da “Clarin”
Buenos Aires (1950)
…ciò che gli interessa è il clima spirituale, poetico, nel quale il paesaggio si trasfigura… e ricorre a semplificazioni di grande forza espressiva e deciso accento personale…
da “LA RAZON” (10.09.1950)
Como una presentaciòn antes des realizar una muestra màs completa, en la Sala Cristòbal reune el Profesor Italo Mataloni, diversas obras de distinto caràcter, oponiendo la dràmatica “Imprèsion de guerra” o la fuerte “Cabeza” de hombre a la suavidad ensonada de una cabecita de mujer resuelta en la delicadeza extrema de los grises. “Espigadores”, “Arbol rojo”, “Palermo chico” o “Sierra de la Ventana”, senalan sus dotes como paisajista, a lo que agrega el detalle revelador como pintor de animales…..
da “CRITICA”
Buenos Aires (27.08.1950)
Expone sus Obras el Pintor Italo Mataloni
En el salòn de la calle Santa Fe 2033 expone sus obras el pintor italiano italo Mataloni revelando, a travès de las mismas, una fina sensibilidad y una expresiva fuerza creadora que se manifiesta, specialmente, en el retrato, que constituye una de las formas màs logradas dentro de la seriedad de su estilo.
Italo Mataloni, artista joven, naciò en Matelica (Macerata), pero izo casi toda su carrera en Milan, habiendo expuesto en Sicilia, durante la guerra, obteniendo el primer premio; en Roma y en Zurich, que le valiò el reconocimiento de los circulos artisticos de la Confederaciòn.
da “NUEVO CORREO” (1950)
Exposiciòn de Italo Mataloni
Ha sido clausarada la exposiciòn que este magnifico pintor italiano presentò al publico en la galeria Juan Cristòbal.
Sin caer en exageraciones modernistas Italo Mataloni non presenta una pintura de trazo vigorosos y acertadas cataciones del color.
Son diversos los temas expuestos, però se advierte en ellos una certa armonia expresiva del fino sentir del pintor.
Resulta grato contemplar una pintura de esta naturalezza. Y para no citar los once quadro expuestos, no complacemos en recordar: “La carreta” con sus caballos cansinos y planos muy bien conseguidos; “Espigadores”, soberbia y expresiva estampa con la realidad de unas nubes de canicula al fondo; el perfilado contraluz de sus “Caballos”; la poesia que parece desprenderse en el “Murmullo del bosque”: la suavidad del trazo de su serena “Cabeza de mujer” o la bucolica dulzura de sus palsajes con la casitas blancas perdidas entre el verdor.
Da “LA NACION”
Buenos Aires (18.11.1954)
Expone Italo Mataloni
Cuando italo Mataloni, pintor italiano, se detiene ante un paisaje, no es ese paisajej lo que aspira a reproducir ante la tela. Lo que le interesa es el clima espiritual, poetico, en que ese paisae se transfigura dentro de esa cajja de resonancias que es la compleja personalidad del que crea.
Es una atmosfera humana, el ambito impalpabile de una personalidad, su sugestivo mundo, aislado, exclusivo y unico, el mundo extrano quel el artista advierte en esa presencia o que esa presencia sugiere al artista, lo que aspira a revelarnos con sus pintuas.
Por eso, justamente, su lenguaje pictorico no puede ajustarse a la imitacion servil de las aparencias materiales y se ve precisado a recurrir a simplificaciones y desfiguraciones de la gran fuerza expresiva y decidido acento personal.
Frescura, facilidad constructiva y infalible sentido de la composicion.
Un equilibrio compositivo hecho de una armoniosa distribucion de los verdes y de los biancos.
Di Giacomo Migone
Da “Il Cittadino” (08.09.1968)
“Le Mostre d’Arte”
…la sua pittura, volta ad un neo-impressionismo di limpida costitutività figurativa, tende alla seconda realtà, di lirico richiamo, serenamente interpretata, negli effusivi incontri tra l’artista, in stato di grazia, e la natura amica.
Italo Mataloni, osservatore acuto, spirito meditativo, si è immedesimato, negli ambienti di sua predilezione, puntualizzandone, con emotivo fervore, i vari aspetti, in gioiose o nostalgiche gamme tonali, di poetica risonanza.
Le suggestive visioni dei varianti soggetti paesaggistici, vedutistici - di aperta campagna, fluviali, lacustri, marini – appaiono fedelmente interpretate, in termini inequivocabili.
Merito dell’artista che dona immediatamente la sensazione di essere vissuto, in ideale sosta, in luoghi tanto diversi, pur familiarmente intesi con lirica sensibilità.
In talune impostazioni, di natura vegetativo-arborea, riecheggiano le concezioni Cezanniane e, in una orchestrazione di viridi note, la flora offre nuovi palpiti, nuovi respiri, allusivi alla serenità, al sogno.
di Italo Balestrieri
da “Il Secolo XiX” 01.07.1969
… elabora gli sfondi con tocchi leggeri valendosi di un gioco di luci e ombre in un variato succedersi di vibrazioni tonali.
Libero dai facili estetismi, Mataloni è in possesso di una sua stilistica che lo conduce ad una personale interpretazione dell’immagine …
di Vincenzo Gubitosi
Imperial Palace-S. Margherita Ligure (GE) (05.08.1968)
“Personale di I. Mataloni”
Guardando attentamente le opere di Italo Mataloni, avvertiamo subito l’unità organica che salda il suo mondo visivo , le sue impressioni infatti si aprono sui fiori, sui paesaggi o sul particolare di un paesaggio, coagulando nel colore il momento della espansione e quello del raccoglimento.
I colori di cui si serve: i gialli, i bruni e i verdi, anzi i verdi preminentemente diventano i veri protagonisti di queste sue impressioni e danno a ciascuna delle sue opere un risalto ancora maggiore, una vivezza ed una sincerità di accenti che appagano e convincono.
I boschi, gli alberi, i canali, e le marine rivivono in queste dilatazioni cromatiche dove la supremazia del verde delimita suggestivamente la loro geometria.
Mataloni adopera la materia flettendola a sperimentare più filtri del colore che preferisce, e questo è l’aspetto tecnico della sua pittura, ma quel che più importa Mataloni ha veramente qualcosa da evocare dal suo intimo, ci riesce e questo è l’accento della sua Pittura.
Concludendo possiamo dire che dei suoi maestri ha sempre conservato qualcosa: la poesia di Raimondi, il tratto di Carpi e il colore preferito di Lilloni, ed ogni elemento si è fuso tanto bene assieme da poterci far esclamare:
“Mataloni è un Pittore!”
da “ Il Messaggero” 05.02.1971
Artisti in passerella
… Mataloni, nelle sue tele rappresenta generalmente paesaggi del silenzio. Non vi troviamo desolazione, ma un’atmosfera carica di attesa; non tristezza ma una serenità di lievitazione; non dramma, ma una dolce musicalità.
Questa sua altalena cromatica, che oscilla particolarmente fra tre colori dominanti, che si temperano e si moltiplicano, sintetizza la sua maniera di “sentire” la natura, fonte prevalente della sua ispirazione.
Poiché tra pittura e poesia il legame è strettissimo, l’arte di Mataloni può essere accostata alla poesia di Carducci: l’artista ha magistralmente reiterato “il divino del pian silenzio verde”, accentuando la forza espressiva con materia corposa stesa con vigore e sobrietà.
La sua scena, anche se spoglia dell’elemento umano, non risulta mai statica: gli agglomerati di alberi, di un verde carico di risonanze e di accensioni, la vivificano, la animano, la percorrono di fremiti.
Il pittore vi addensa le sensazioni di un attimo magico, provate a diretto contatto con la natura. L’immediatezza della visione, la freschezza delle immagini, la netta espressività, trasmettono inalterati quei fremiti. Il suo colloquio con la natura è leale e appassionato; la sua ricerca di espressione è condotta con amorosa cura; il suo calore, la linea, lo spazio sono sostenuti da un’analisi psicologica profondamente indagata nelle cose e in sé stesso.
da “Il Sole 24 Ore”
(24.01.1974)
All’Arengario dipinti di Italo Mataloni
…La pittura di Mataloni, dalle note chiare, dalle modulazioni tonali in sordina, riprende le figurazioni dell’antichità con misura e quasi con dolcezza. Statue, bassorilievi, archi, colonne e capitelli, incantano l’artista per la loro serena limpidezza, per l’armonia che emana dagli atteggiamenti, dai paesaggi, dalle linee architettoniche.
Mataloni ritrova in queste figurazioni dei ritmi più misurati, meno spezzati e convulsi di quelle delle immagini del mondo contemporaneo. Egli cerca di penetrare lo spirito dei personaggi dell’antichità, ma con mitezza, senza drammatizzare. Ecco che da quel mondo remoto sorgono figure smorzate dalle colorazioni rosate, verdine, azzurre, che prevalgono nel cromatismo dell’artista.
Nelle statue dagli atteggiamenti ieratici, nella gente togata dei bassorilievi, ogni rigidezza è temperata dal tepore dell’atmosfera che le avvolge armoniosamente, con aggraziata pacatezza.
Quando il pittore usa colori più vibranti, infonde non so quale vitalità nei personaggi, altre volte si compiace di soluzioni quasi monocrome, con bellissimi risultati nelle tonalità verdi.
Un poetico incanto anima queste classiche rievocazioni di Mataloni, che ci appaiono più vive ed attuali di molte caduche immagini della vita tumultuosa dei nostri giorni.
Di Dino Villani
da “Parliamoci” (02.1974)
…i personaggi del passato, i quali mantengono buona parte dei caratteri di scultura staccatasi dal bassorilievo che la tiene prigioniera, si confondono con la gente di oggi e fanno in un certo senso sentire che, malgrado un salto di secoli, molto è restato come prima, se non peggio.
Una tavolozza nella quale predominano i grigi, con riflessi di rosa-viola-azzurro, rende bene la materia statuaria e si scalda soltanto leggermente per far sentire che il sangue scorre nelle vene dei protagonisti vivi, che vanno anche loro come automi, spinti da una forza che arriva dall’esterno.
Gli eroi divengono così persone comuni e sembrano ammonire chi crede nella vita eroica per passare all’eternità: una “eternità” che si mostra così caduca e spesso vuota di contenuto per i posteri indifferenti ed annoiati…
da “La Gazzetta del Lunedi” 06.05.1974
Il recupero dei valori spirituali nell’incontro tra classico e moderno
… una rassegna che comprova l’incidenza di più approfondite riflessioni culturali e pittoriche che lo hanno condotto ad una espressione originale nella quale, alla pura contemplazione, è subentrata un’attiva partecipazione alle esigenze spirituali che sorreggono l’uomo e che scaturiscono e si alimentano dei valori ideali del passato.
Mataloni vuole salvaguardare l’uomo in quel che di più nobile è in lui, ed, a tal fine, la sua espressione pittorica diviene interpretazione, in chiave moderna, di quel passato che propone ordine e misura, nell’attuazione di un sano concetto di società, ed il rispetto della personalità dell’individuo, da contrapporre, come fattori di recupero, al decadimento attuale.
Da tali intendimenti è sorta la sua concezione di ispirazione archeologica che potremmo chiamare, coinvolgendo nella definizione anche l’intonazione tecnica, “impressionismo archeologico”.
I reperti del mondo greco-romano, frammenti di bassorilievi, di colonne, di are, ruderi di templi e di architetture diverse, acquisiscono una nuova voce, trasferiti dall’artista nel mondo di oggi per testimoniare una continuità di valori insopprimibili.
Una dialettica tra antico e moderno, tra mondo classico ed arte impressionista espressa in maniera avvincente, con grande forza comunicativa, per il felice incontro tra misura architettonica e vigore narrativo, per i particolari accenti coloristici, da pittura murale, e per la coerenza poetica che nasce dalle premesse morali e sociali e che, nell’unitarietà di ispirazione, collega i dipinti.
Le gamme di grigi, azzurri terre bruciate, ocre cupe, danno alle immagini, sinteticamente costruite, con forte senso di rilievo plastico, tono evocativo che efficacemente echeggia il fascino del tempo passato, spesso accentuando l’impressione di grandiosità delle composizioni...