Questo sito vuole ricordare l’attività di Italo Mataloni. Troverete una galleria di immagini di alcune tra le sue opere rimaste, e delle recensioni a lui dedicate.
di Renato Civello
da "Il Giornale
d'Italia"
(10.02.1972)
“Archeologia lirica di Mataloni”
…i dipinti di Italo Mataloni, il noto artista marchigiano che ha operato molto e con i più ampi consensi in America del Sud, sono senza dubbio singolari; e non tanto per la preferenza tematica accordata in assoluto all'occasione archeologica identificantesi con una innamorata indagine nel mondo greco-latino, quanto per la felicità traspositiva che si riscontra un po' dappertutto.
Intendo dire che, osservando le opere del Mataloni, si ha la sensazione di un sottile processo di osmosi: come un filtraggio delle antiche spoglie attraverso le quali prendono corpo, decantazione su decantazione, le intimazioni del presente.
Le figure di un bassorilievo romano, i frammenti di una colonna una Quadriga o le Termopili, alimentate da un tumulto che vitalizza il marmo in imprevedibili sinuosità ed incavi del pigmento - una alternativa di ombre e di enucleazioni formali, fra stesure di verde cinerino e di viola-azzurro, che contribuisce alla più convincente definizione estetica-, sono in fondo una commossa allegoria del tempo.
La vita contemporanea riesuma aspetti che si fanno emblematici solo per costituire un imperioso adeguamento; si specchia in essi a colmare tutte le fratture, confermando la perennità dello spirito sulle fragili avventure della materia.
Potrebbe essere una testimonianza del rapporto l’inserto di creature di ieri e di sempre: ecco l’Arlecchino alle Terme che sottolinea con la sua variopinta presenza la tragedia dei marmi impassibili.
Il rischio potrebbe essere costituito da una priorità dei contenuti sugli esiti stilistici.
Ma Italo Mataloni ha superato con finezza ed energia il dualismo del suggerimento e del raggiungimento.
Fatto è che la sua archeologia ha le proprie matrici nella ispirazione lirica; come dire che l'artista è tutto dentro il suo mondo pittorico, nella migliore confluenza d'intelletto e di sentimento; da questa condizione scaturisce un’arte nobile, anche se piuttosto difficile ed aliena dalle piacevolezze epidermiche, e soprattutto un'arte sicuramente umanizzata.
Mataloni non colleziona pietre e fantasmi; anche nel complesso gioco della memoria ubbidisce al proprio istinto.
Le statue mutili e corrose dai millenni sono personaggi di carne, ma ancor più presenze capaci di suscitare, sulla estate del sangue, i tremori della coscienza.